I casi
Alcune
importanti aziende produttrici di supporti elettronici (cellulari, pc, lettori
dvd, masterizzatori, cd) promuovono separatamente azioni contro il Ministero
dei Beni e delle Attività Culturali e SIAE davanti al giudice amministrativo
del Lazio.
Tutte
chiedono, per vari motivi, che sia annullato il Decreto Ministeriale sulla determinazione
dei compensi per copia privata, adottato il 30.12.2009 e previsto dall’art. 71-septies LDA.
Il TAR con
argomenti simili – salvo particolarità in alcuni casi, come nella causa
promossa da Fastweb - e sentenze pronunciate nello stesso giorno,
respinge tutti i ricorsi.
Le decisioni del TAR Lazio
Anche se
affrontati in ordine diverso, i motivi in base ai quali il TAR afferma la
legittimità del Decreto Ministeriale sono simili.
Ricostruito
il quadro giuridico della copia privata in Europa (cfr. caso Padawan), i
giudici escludono la natura di regolamento del Decreto Ministeriale e ne
confermano la compatibilità con gli artt. 23, 41 e 76 Cost. e la regolarità del
procedimento istruttorio che aveva preceduto il Decreto, nel quale erano stati
coinvolti diverse categorie di soggetti interessati.
Il
compenso per copia privata, inoltre, i cui criteri di commisurazione sono
legittimi, legittimamente si applica anche ai telefoni mobili e ai c.d. apparecchi
polifunzionali (che hanno funzionalità ulteriori rispetto a quelle di
registrazione).
Tutte le
sentenze affrontano, infine, la questione delle esenzioni dal compenso per
copia privata dei c.d. usi professionali, non stabilite direttamente del
Decreto ma oggetto di specifici protocolli di esenzione stipulati dalla SIAE
con i soggetti obbligati al pagamento del compenso o con le relative
associazioni di categoria. Anche sotto questo profilo, per i giudici
amministrativi il Decreto Ministeriale è legittimo.
Perché queste sentenze sono importanti?
Le
decisioni del TAR Lazio hanno dato avvio ad una vicenda giudiziaria di cui sono
stati protagonisti anche la Corte di Giustizia (caso Microsoft) e il
Consiglio di Stato (sentenze n. 823/2015 e n. 4938/2017).
Proprio
la decisione di quest’ultimo, a seguito dei chiarimenti in via pregiudiziale
dei giudici europei, ha precisato alcuni aspetti del sistema della copia
privata in Italia, soprattutto con riguardo agli usi professionali.