Il caso
ACI Adam
e altri produttori/importatori di cd fanno causa a Thuiskopie e SONT, due
fondazioni che si occupano, rispettivamente, della riscossione e della
fissazione del compenso per copia privata in Olanda.
Secondo
le imprese, in violazione del diritto dell’Unione Europea, il compenso tiene
conto anche del pregiudizio derivante ai titolari di diritti d’autore a causa
delle copie effettuate a partire da una fonte illegale.
Il
giudice olandese, dubitando dell’interpretazione corretta dell’art. 5, par.
2 e 5 Direttiva 2001/29/CE e della Direttiva 2004/48/CE, si rivolge
alla Corte di Giustizia.
La decisione della Corte di Giustizia
È vero
che, osserva la Corte di Giustizia, la Direttiva 2001/29 “non si esprime esplicitamente sul carattere legale o illegale della
fonte a partire dalla quale una riproduzione dell’opera può essere realizzata”
quando disciplina l’equo compenso.
Nel caso
dell’art. 5 della Direttiva, però, si impone un’interpretazione restrittiva che
impedisce agli Stati di trattare indifferentemente le copie private realizzate
a partire da fonti legali e quelle realizzate da fonti contraffatte, per
determinare il compenso.
Ammettere
il contrario, infatti, incoraggerebbe la diffusione di opere contraffatte, con
pregiudizio del mercato interno e degli interessi dei titolari dei diritti.
Neppure “il fatto che non esista alcuna misura
tecnologica applicabile per contrastare la realizzazione di copie private
illegali” consente di giungere a una diversa conclusione.
Il
principio del “giusto equilibrio” stabilito dalla Direttiva, poi, non è
garantito dalla disciplina olandese, poiché l’utente finale, sul quale il costo
del compenso per copia privata è nella pratica traslato, è penalizzato dal fatto
di dover pagare un compenso che tiene conto anche delle copie private
illegalmente ottenute da altri.
Per la
Corte di Giustizia, quindi, la normativa olandese viola il diritto UE.
Infine,
non è qui applicabile la Direttiva 2004/48/CE, che riguarda solo le azioni proposte
dal titolare del diritto per prevenire/interrompere una violazione dei diritti
di proprietà intellettuale (e non, come in questo caso, le cause promosse da
operatori economici sul compenso per copia privata).
Perché questa sentenza è importante?
Insieme
ad altre decisioni– Padawan, Microsoft, Amazon.com e Copydan
Bandkopi – questa sentenza chiarisce i limiti del sistema della copia
privata previsto dalla Direttiva 2001/29/CE.
La Corte
sottolinea, ancora una volta, che la regola generale sulla riproduzione delle
opere protette è quella della necessaria autorizzazione del titolare del
diritto. Le eccezioni, tra cui quella di copia privata, devono rimanere tali e
gli Stati membri sono tenuti a rispettare tali principi.