Riprendendo le considerazioni già espresse con
la
Raccomandazione 2005/737/CE della Commissione Europea, per la prima volta l’Unione
Europea interviene con una disciplina specifica nel campo della gestione
collettiva del diritto d’autore e dei diritti connessi, con l’obiettivo di
migliorare il funzionamento degli organismi collettivi già esistenti e di
garantire ai titolari dei diritti libertà di scelta dell’organismo a cui
affidarsi, equa distribuzione dei compensi e parità di trattamento.
La Direttiva 2014/26/UE (c.d. Direttiva Barnier) si occupa, inoltre, dei requisiti
necessari per lo svolgimento dell’attività e dedica una disciplina particolare
alla concessione di licenze multiterritoriali, ossia di licenze che coprono il
territorio di più Stati membri dell’UE, relativa alle sole opere musicali (da
non confondere con le relative registrazioni fonografiche).
Nell’ambito della gestione collettiva dei
diritti, si distingue tra organismi di
gestione collettiva e enti di
gestione collettiva, in base ai criteri del controllo da parte dei membri e
della presenza o meno di uno scopo di lucro.
Previsioni dettagliate riguardano la
rappresentanza dei titolari dei diritti negli organismi di gestione collettiva,
anche tramite l’assemblea generale di quest’ultima, e le modalità di adesione
all’organismo, nonché quelle di riscossione, uso e distribuzione dei proventi
dei diritti ai rispettivi titolari.
Una particolare attenzione è posta sugli
obblighi in materia di trasparenza e comunicazione nei confronti dei titolari
dei diritti (che devono essere informati, tra l’altro, circa i proventi
spettanti e le detrazioni applicate dall’ente per spese di gestione), degli
altri organismi di gestione collettiva e degli utilizzatori.
La Direttiva 2014/26/UE è stata attuata
nell’ordinamento italiano con il D. Lgs.
15.03 2017, n. 35.