21.10.2021

COPYRIGHT, SÌ DEL PARLAMENTO AI DIRITTI STREAMING PER GLI ARTISTI DELLA MUSICA. IL GOVERNO ORA RICONOSCA L’EQUO COMPENSO A CANTANTI E MUSICISTI


Riconoscere un equo compenso in favore degli artisti della musica per l’utilizzo delle loro opere da parte delle piattaforme di streaming on demand. È questa la raccomandazione che il Parlamento fa al Governo
nell’ambito dei pareri approvati all’unanimità sia dalla Camera che dal Senato sullo Schema di decreto che darà attuazione alla Direttiva Copyright.

Il Parlamento accoglie così le richieste di cantanti e musicisti, che sono state oggetto, tra l’altro, di un recente appello al quale hanno aderito 2000 artisti tra cui Paolo Fresu, Ligabue, Gianna Nannini, Mario Biondi, Fabio Concato, indirizzato proprio al Parlamento e al Governo.
Sono diversi i parlamentari che si sono spesi in difesa dalla causa, a partire dai Relatori, i deputati Fusacchia e Bruno Bossio, ma anche i Senatori Modena e Margiotta, oltre all’Onorevole Vacca, che da tempo si occupa dei temi del diritto d’autore ed è vicino alle istanze degli artisti.  

“Siamo entusiasti che il Parlamento abbia compreso le nostre ragioni. Siamo convinti che introdurre un equo compenso sia il miglior strumento di tutela per tutti gli artisti. La politica oggi ha la grande opportunità di sanare quell’insensata disparità che vede i ricavi delle piattaforme e dell’industria discografica crescere grazie allo streaming e gli artisti guadagnare poco o nulla per l’utilizzo delle loro opere. Auspichiamo ora che il Governo segua le indicazioni del Parlamento e introduca nel Decreto attuativo della Direttiva il diritto al compenso per gli utilizzi streaming in favore degli artisti, così come avviene per le altre tipologie di utilizzazioni (radio, tv,). È tempo di attuare un cambiamento necessario e non più rinunciabile”.
È il commento di Paolo Fresu che, insieme a ITSRIGHT, sostiene in Italia la campagna europea Payperformers, nata proprio  per riformare le regole del mercato digitale e assicurare agli artisti una retribuzione più equa.
 

Il dibattito sui mancati diritti per gli artisti nel mercato digitale è forte in tutta Europa. Le best practice europee e diversi studi discussi dal Parlamento Britannico e dall’OMPI (Organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale) confermano l’inadeguatezza dell’attuale modello di remunerazione degli artisti che, infatti, non hanno beneficiato minimamente del boom dello streaming.
Ora lo sguardo di tutti gli artisti è rivolto al Governo nella speranza possa finalmente essere attuata una riforma che possa riportare il valore della musica nelle mani dei musicisti, riconoscendo loro quei diritti, legittimi, di cui godono, per altro, da tempo, i colleghi dell’audiovisivo.  

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