Il mondo della cultura esprime sconcerto. Il
mercato dell’intermediazione dei diritti degli artisti, interpreti ed esecutori
rischia l’impasse. È ancora ferma ai blocchi di partenza la liberalizzazione
dei diritti connessi, quei compensi - diversi dal diritto d’autore - che
spettano ad attori e interpreti musicali, ogni volta che vengano utilizzate
(es. da tv, radio, in luoghi pubblici, attraverso le nuove tecnologie)
registrazioni musicali e opere audiovisive (film, fiction ecc.).
A denunciarlo è stata un’interrogazione parlamentare presentata dalla Senatrice
Simona Vicari del PDL, relatrice della legge di conversione del decreto
legge sulle liberalizzazioni.
Ad oggi, nonostante siano ampiamente trascorsi i termini di legge, a tre
mesi dall’entrata in vigore della legge sulle liberalizzazioni - che ha aperto
alla concorrenza il mercato dei diritti connessi – non è ancora stato emanato
il decreto attuativo che deve stabilire i requisiti minimi che ogni nuovo
intermediario dovrà avere per operare nel mercato. Non solo: funzionari
dell’esecutivo propongono interpretazioni delle norme in netto contrasto con il
percorso ‘pro-liberalizzazioni’ promosso dal Governo Monti.
“Le liberalizzazioni rischiano di essere affossate. I nuovi operatori
faticano a ritagliarsi uno spazio nel mercato. Senza il decreto attuativo
l’intero settore dei diritti connessi viaggia con il freno tirato. Ci siamo
assunti tutti la responsabilità di cambiare le cose per modernizzare il
mercato, coinvolgendo e rendendo più consapevoli e partecipi gli artisti nella
gestione dei propri compensi. È arrivato, dunque, il momento di passare dalle
parole ai fatti”, ha commentato Gianluigi Chiodaroli, Presidente diITSRIGHT,
società che gestisce, dal 2010, i diritti connessi di oltre 300 artisti
musicali e di numerosi produttori discografici.
“Per trenta anni i nostri diritti sono stati gestiti da un monopolio di
fatto privo di trasparenza che è stato estinto per incapacità di raggiungere il
proprio scopo statutario, cioè quello di raccogliere e distribuire i compensi
spettanti agli artisti (al punto di aver accumulato nelle proprie casse oltre
130.000.000.00 di Euro, del cui destino non sappiamo ancora nulla). Dopo tre
anni di battaglie abbiamo finalmente ottenuto che la legge facesse chiarezza
sul fatto che non esiste e non ci potrà mai essere alcun monopolio legale sulla
gestione dei diritti privati. Siamo sicuri che il Governo completerà il suo
percorso ed emanerà a breve il Decreto attuativo come previsto dalla Legge in modo
da consentire agli artisti l’effettivo controllo nella gestione dei propri
compensi” , ha aggiunto Cinzia Mascoli, Presidente di ARTISTI 7607,
Associazione alla quale sono iscritti oltre 1200 artisti del cinema e nel cui
direttivo compaiono, tra gli altri, Elio Germano, Neri Marcoré e Claudio
Santamaria.