L’impressione è quella che stia passando un treno importante
che gli artisti aspettavano da tempo e purtroppo si rischia di vedere questo
treno dal fanalino di coda.
È la sintesi dell’appello lanciato oggi da Paolo Fresu al Senato, al fianco della collecting ITSRIGHT, nel corso di un’audizione sul
tema della Direttiva Copyright.
Paolo
Fresu, che da tempo sostiene la campagna internazionale Payperformers per il
riconoscimento dei diritti streaming degli artisti, ha ricordato come sia la
stessa Direttiva Copyright ad affermare chiaramente che gli artisti hanno
diritto a ricevere un compenso adeguato e proporzionato per la loro musica
diffusa da parte delle piattaforme.
Attuando
la Direttiva Copyright si sanerebbe quell’insensata disparità che vede da un
lato i ricavi delle piattaforme on demand e dell’industria discografica
crescere grazie allo streaming, dall’altro gli artisti guadagnare poco o nulla
per le utilizzazioni delle loro opere.
Purtroppo
le soluzioni proposte fino ad oggi dal Governo non vanno in questa direzione
perché troppo generiche. Così tra gli artisti cresce il disappunto anche per l’atteggiamento di una
politica che non ha valutato adeguatamente le richieste di una categoria ridotta allo stremo. Le scelte fatte fino
ad ora dal Governo che non prevedono concrete e adeguate tutele per la
categoria, ha spinto Paolo Fresu e 2000 artisti (nomi come Ligabue, Gianna Nannini, Mario Biondi)
ad inviare a Governo e Parlamento un appello.
Si attende ora una risposta dal Parlamento, che speriamo dia la spinta necessaria a che
sia finalmente attuata una riforma che restituisca dignità alla figura
dell’artista musicale, riconoscendogli quei diritti, legittimi, di cui
godono da tempo i colleghi dell’audiovisivo.