Il Parlamento
europeo, mediante l’adozione di questa risoluzione, esprime una netta posizione
nell’ambito del dibattito sul rapporto tra piattaforme streaming, da un lato, e
autori e artisti interpreti o esecutori musicali dall’altro, indicando le linee
che l’azione legislativa europea dovrebbe seguire per riequilibrare le
sperequazioni rilevate.
In
particolare, l’istituzione europea, riconoscendo il valore centrale del
contributo creativo e artistico di autori e artisti, denuncia il mancato
riconoscimento di una remunerazione di questi ultimi adeguata alla reale entità
del loro contributo alla crescita del settore musicale mediante lo streaming.
Se, infatti,
il settore musicale appare globalmente in crescita, si assiste ad uno “squilibrio
significativo che deve essere affrontato” nella distribuzione dei ricavi da
streaming.
Diversi studi, puntualmente citati nella risoluzione, evidenziano
che “la maggior parte degli autori e degli interpreti o esecutori non
percepisce sufficienti ricavi dallo streaming musicale”.
Sul punto, sono purtroppo
confermate anche a livello europeo le medesime conclusioni emerse dalla ricerca
recentemente realizzata e pubblicata in Italia dall’Università Cattolica di
Milano (link).
Il
Parlamento, inoltre, non nasconde la prassi dell’industria delle grandi
piattaforme di “considerare i diritti degli autori (e degli artisti, ndr)
come un bene gratuito ai fini delle proprie strategie commerciali e
promozionali” e invita, anzi, le piattaforme ad adoperarsi attivamente per
garantire maggiore trasparenza e tracciabilità degli utilizzi di musica (per
esempio attraverso i vari codici di identificazione internazionale diffusi nel
settore), tenuto conto, tra l’altro, delle crescenti sfide poste
dall’intelligenza artificiale.
Vi è poi un
invito alla Commissione a valutare l’impatto delle pratiche contrattuali
esistenti sulla diversità culturale e sul principio della remunerazione
adeguata e proporzionata, sancito dalla Direttiva Copyright (link) come caposaldo della
protezione dei titolari dei diritti. A questo proposito, il testo contiene
anche un richiamo al fondamentale ruolo degli organismi di gestione collettiva,
come Itsright, alla luce della Direttiva Barnier (link).
La
risoluzione esprime un autorevole e forte invito nei confronti del legislatore
UE, con un messaggio che non lascia alcun dubbio: un intervento deciso nei
confronti delle grandi piattaforme di streaming e a favore di autori e artisti
non è più rimandabile.