Il caso
Davanti
ai giudici tedeschi si contrappongono un editore titolare dei diritti d’autore
e connessi su un audiolibro e il sig. Strotzer, utente che, tramite la propria
connessione internet, per primo ha condiviso l’audiolibro su una piattaforma peer-to-peer.
L’editore
chiede il risarcimento del danno per la violazione dei suoi diritti, l’utente
si difende dicendo che non è stato provato giudizialmente che sia lui l’autore
del caricamento sulla piattaforma p2p, poiché anche i suoi familiari avevano accesso
alla connessione internet e avrebbero potuto effettuare la condivisione.
Alla
Corte di Giustizia giungono due questioni pregiudiziali: una sugli artt. 3 e
8 Direttiva 2001/29/CE e l’altra sulla Direttiva 2004/48/CE.
La decisione della Corte di Giustizia
Le due
direttive sono esaminate congiuntamente, essendo unica la problematica
giuridica, ossia se le sanzioni e i mezzi di ricorso contro le violazioni del
diritto d’autore e dei diritti connessi, previsti dal diritto tedesco, siano
efficaci, proporzionati e dissuasivi.
In
Germania, infatti, la presunzione di responsabilità a carico del titolare della
connessione internet tramite cui si è realizzata la violazione cade se questi
prova che la connessione non era sufficientemente protetta o che anche altre
persone – i familiari, in particolare – vi avevano accesso, senza bisogno di
fornire ulteriori dettagli.
Per la
Corte di Giustizia, questa interpretazione tutela il diritto fondamentale al
rispetto della vita privata e familiare (art. 7 Carta dei Diritti Fondamentali
dell’UE). Tale diritto, tuttavia, deve essere bilanciato con altri due diritti
altrettanto fondamentali: il diritto ad un ricorso effettivo e quello alla
tutela della proprietà intellettuale.
Il “giusto equilibrio” tra questi diritti,
per la Corte, non è rispettato dall’ordinamento tedesco. Le norme nazionali,
infatti, non consentono all’autorità giudiziaria di ottenere elementi di prova
relativi ai familiari del titolare della connessione internet e rendono di
fatto impossibile accertare la violazione del diritto d’autore e identificare
il responsabile.
In
conclusione, il diritto tedesco non è sufficientemente idoneo a consentire che
“all’autore della suddetta violazione sia
inflitta una sanzione efficace e dissuasiva” né che il procedimento di
ricorso contro la violazione “consenta il
rispetto dei diritti di proprietà intellettuale”.
Perché questa sentenza è importante?
La
sentenza offre due spunti interessanti.
Primo, ribadisce
che gli Stati UE devono assicurare una tutela forte, anche attraverso sanzioni
adeguate, contro le violazioni del diritto d’autore e dei diritti connessi,
secondo i principi ormai consolidati delle Direttive 2001/29/CE e 2004/48/CE.
Secondo,
sottolinea l’importanza del diritto fondamentale alla proprietà intellettuale,
prevalente anche su altri diritti fondamentali, come quello del rispetto della
vita privata e familiare.