Per l’Italia c’è Paolo Fresu tra i numerosi
artisti firmatari una lettera indirizzata agli Stati Membri dell’Unione
europea, in rappresentanza di decine di migliaia di cantanti, musicisti,
interpreti ed esecutori di tutta Europa. Nella lettera gli artisti chiedono
alle istituzioni di promuovere una corretta ed efficace attuazione della
Direttiva copyright e, in particolare, dell’articolo 18, che garantisce agli
artisti il diritto a una remunerazione adeguata e proporzionata per gli
utilizzi streaming.
L’iniziativa è parte della campagna #Payperformers,
in Italia sostenuta da ITSRIGHT, nata per
supportare la richiesta di riconoscere agli artisti il diritto a ricevere i
compensi dalle piattaforme on demand per la musica diffusa in streaming.
I lavori per l’implementazione della Direttiva
Europea da parte degli Stati Membri entrano nel vivo ora: nelle prossime
settimane nel nostro Paese si approverà la Legge di Delegazione Europea,
propedeutica al Decreto che implementerà la Direttiva Copyright. È dunque urgente intervenire in maniera incisiva seguendo le
indicazioni dell’art. 18 della Direttiva, per attuare una riforma dell’attuale
nostro sistema legislativo, ora totalmente inefficace nel tutelare gli artisti.
La lettera è stata inviata anche al Ministro
Franceschini e al Sottosegretario Amendola che dovrebbero ora confrontarsi con
gli artisti e le collecting per trovare la miglior soluzione per recepire in
maniera corretta l’art. 18 della Direttiva.
Nonostante i dati di mercato confermino in maniera
unanime come lo streaming sia ormai la principale fonte di ricavo per
l’industria musicale, ad oggi, la maggior parte di musicisti, interpreti
ed esecutori ricevono poco o nulla dagli utilizzi on demand del loro
repertorio.
Per questo motivo gli artisti si appellano alle
Istituzioni e chiedono una riforma più equa del mercato digitale.
In linea con le indicazioni della Direttiva, la
migliore soluzione indicata, nel concreto, dagli artisti è che gli Stati Membri
implementino un diritto di remunerazione irrinunciabile e che a gestire questo
diritto siano le loro stesse collecting così come avviene, con successo, da
tempo in Spagna. Un modello vincente che può essere replicato in tutti gli
Stati europei, anche in Italia, per rendere, finalmente, partecipi tutti gli
artisti interpreti ed esecutori dei guadagni sulla loro musica diffusa online e
contribuire, così, realmente alla sostenibilità delle loro carriere.