23.01.2012
Liberalizzazioni: cinema e musica esultano. Liberalizzati i diritti connessi degli artisti, fine del monopolio Imaie.
Milano, 23 gennaio 2012 – “L'attività di amministrazione e intermediazione dei diritti connessi al diritto d'autore (di cui alla legge 22 aprile 1941, n.633) in qualunque forma attuata, è libera”.
È quanto si legge nel testo del decreto liberalizzazioni approvato dal Governo in data 20 gennaio 2012. I diritti connessi - diversi dal diritto d’autore - sono quei compensi che spettano ad attori e interpreti musicali, ogni volta che sono utilizzate opere audiovisive e registrazioni musicali (es. da tv, radio, in luoghi pubblici, attraverso le nuove tecnologie). Sono riconosciuti dalla stessa legge che tutela i diritti d’autore (LDA 633/41).
In Italia l'industria culturale muove miliardi di euro. I diritti connessi valgono ogni anno oltre 60 milioni di euro e gli artisti, interpreti ed esecutori, nel nostro paese, sono oltre 70 mila.
Gianluigi Chiodaroli, Presidente di ITSRIGHT, società che gestisce – tra l’altro - i diritti di numerosi artisti musicali, commenta: “Il decreto Monti sconfessa in via definitiva le tesi sulla gestione pubblicistica e monopolistica dell’IMAIE. L’Italia si allinea così a modelli consolidati a livello internazionale, dove il mercato è fondato su regole di efficienza e dinamismo e la concorrenza tra più operatori stimola lo sviluppo del mercato. Ciò produce, a vantaggio di tutti, una migliore qualità dei servizi e una diminuzione dei relativi costi”.
Claudia Mori ha aggiunto: "Finalmente anche gli artisti potranno scegliere liberamente e in piena autonomia a quale struttura affidare la gestione dei propri compensi. Una conquista di libertà e giustizia che invita tutti, artisti e produttori, a una aumentata responsabilità per garantire che i ricavi della musica, e non solo, siano efficacemente raccolti e soprattutto equamente distribuiti. A vantaggio di tutti, non rinunciando a essere sempre vigili”.
Con il Decreto Monti si chiude definitivamente la vicenda del ‘monopolio di fatto’ di IMAIE. L’Istituto Mutualistico Artisti Interpreti ed Esecutori, creato negli anni ’70 su iniziativa dei sindacati di categoria, ha amministrato fino al 2009 i diritti degli artisti del cinema e della musica. Nel corso degli anni l’ente si è dimostrato totalmente inadeguato nello svolgere il proprio ruolo a tutela degli artisti: una vicenda culminata con l’estinzione dell’ente nel 2010. Nelle casse dell’IMAIE si sono accumulati oltre 130 milioni di euro, incassati dall’ente e non ridistribuiti agli oltre 70.000 artisti avente diritto.
Nonostante l’evidenza di una gestione fallimentare l’ente, nel 2010, è stato ricostituito con il nome di ‘Nuovo IMAIE’. La nuova struttura non è altro che la replica della precedente, presenta lo stesso management, lo stesso ‘modello pubblicistico’ e le stesse problematiche.
Ancora oggi la maggioranza degli artisti attende di incassare i propri compensi. Dopo anni di proteste da parte degli artisti oggi questa vicenda intricata, figlia di un quadro normativo incerto, trova un’efficace soluzione nel Decreto Monti. La necessità di modernizzare il sistema di rappresentanza degli artisti trova espressione nel segno della liberalizzazione del mercato che consente così ad altre strutture di collecting e associazioni di rappresentanza presenti nel settore, come ITSRIGHT, piena libertà di operare.