Roma, 23
marzo 2016 – Gli artisti sostengono in Senato la battaglia
per i diritti sulla propria musica.
La
Commissione Industria del Senato, nell’ambito del DDL Concorrenza, ha approvato l’emendamento promosso dalla Sen. Elena Fissore, volto a riconoscere a cantanti e musicisti la
possibilità di gestire in prima persona, in autonomia dai discografici, i
compensi per i diritti connessi. Si tratta di quei proventi – diversi dal
diritto d’autore – che sono dovuti a interpreti, musicisti, direttori
d’orchestra ecc., ogni volta che viene diffusa in pubblico la loro musica (es.
in tv, radio, pubblici esercizi).
Si
compie, così, uno storico passo avanti nel cammino della piena liberalizzazione
del mercato dei diritti connessi degli artisti, in attesa che il DDL Concorrenza
passi alla discussione in Aula.
La
riforma è stata presentata oggi a Palazzo Madama, nel corso di una conferenza
stampa organizzata dal Gruppo PD, alla presenza della Sen. Elena Fissore (promotrice dell’emendamento), del Sen. Francesco Verducci (Membro della
Commissione Affari esteri e della Commissione per la vigilanza dei servizi
radiotelevisivi), di Gianluigi
Chiodaroli (Presidente di ITSRIGHT). Una battaglia sostenuta da molti artisti
del mondo della musica: tra questi Cecilia
Chailly, Moni Ovadia, Leo Nucci.
“Siamo molto soddisfatti che questa riforma sia stata inserita
nell’ambito del DDL Concorrenza, proprio perché pienamente coerente con lo
spirito del provvedimento. Era evidente e necessario un intervento
pro-concorrenziale per portare a compimento la liberalizzazione del mercato dei
diritti connessi, chiarendo i
rapporti tra gli operatori del settore. Si pone, inoltre, fine a una
disparità di trattamento rispetto agli artisti del video, garantendo agli
artisti di area musica gli stessi diritti di cui godono, da tempo, i colleghi
attori”, ha commentato la Sen. Elena Fissore, firmataria
dell’emendamento che ha promosso la riforma.
“I tempi sono maturi per riconoscere agli
artisti il diritto di gestire autonomamente i propri compensi. Così si
eliminano i limiti alla libera ed
effettiva concorrenza tra le collecting del settore, garantendo equità nei
rapporti economici tra le società dei produttori e quelle degli artisti.
Nessuno vuole distruggere il lavoro sin qui svolto dai discografici, che negli
anni hanno costruito e consolidato il mercato dei diritti connessi. Al
contrario, ora vi è la grande opportunità di rafforzare, su basi realmente
paritetiche, l’alleanza naturale tra produttori e artisti per spendere insieme
una rinnovata credibilità negoziale nei confronti degli utilizzatori di
musica”. È il commento di Gianluigi
Chiodaroli, Presidente di ITSRIGHT,
società che rappresenta oggi più di 3000
artisti italiani e internazionali, realtà che fin dall’origine è stata tra
le promotrici del processo di liberalizzazione del mercato dei diritti connessi
musicali.
Nel
mercato musicale italiano gli artisti hanno vissuto, fino ad oggi, una
condizione di anacronistica subordinazione rispetto alla figura del produttore
discografico che, per legge (art. 73 LDA 633/1941), aveva il potere esclusivo
di negoziare e incassare, per sé e per i propri artisti, tutti i compensi
pagati dagli utilizzatori (radio, tv, pubblici esercizi) per la pubblica diffusione
di musica registrata (i diritti connessi). Cantanti, musicisti, e le società di collecting che li rappresentano,
sono stati, per anni, esclusi da ogni decisione relativa ai loro compensi, completamente
subordinati alle decisioni dei produttori discografici. Un regime giuridico che non trova riscontro in nessun altro
paese europeo, penalizzante per l’intero mercato.
Oggi la linea tracciata nel DDL Concorrenza è chiara:
si intende inaugurare una nuova stagione per il mercato dei diritti connessi, riequilibrando
il rapporto competitivo tra gli operatori del settore (società di collecting
dei produttori e degli artisti), restituendo dignità e valore alla figura
dell’artista.